Tim Cook, davanti alla corte, accusa il sistema fiscale statunitense

Il CEO di Apple Tim Cook è stato ascoltato come testimone, questa mattina in tribunale, dalla Senate Sub-Committee Hearing to Examine Offshore Profit Shifting and Tax Avoidance by Apple Inc. Durante la sua testimonianza, Tim Cook ha dichiarato che Apple, nonostante ricavi all’estero ormai il doppio di quanto ricava in patria, non ha dimenticato di essere una ditta americana, e anzi è orgogliosa di potersi definire tale.

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Tim Cook ha poi ricordato alla corte che Apple è la società che versa più tasse in assoluto negli Stati Uniti e che non è mai ricorsa a stratagemmi, quali paradisi fiscali o evasione fiscale, per sfuggire alla tassazione impostagli.

Dopo di ciò, il CEO di Apple ha giustificato la massiccia presenza di capitali Apple fuori dal continente americano come necessaria, poiché ad oggi, come già aveva precisato, i due terzi degli introiti di Apple arrivano da oltreoceano.

In conclusione della sua testimonianza, Tim Cook ha accusato il fisco americano di “Non essersi aggiornato per mettersi al passo con l’era digitale”, aggiungendo poi che Apple, in linea con la sua politica che vede la semplicità prima di ogni altra cosa, “auspica in breve tempo una sostanziale revisione del sistema fiscale degli USA, anche se ben consapevole che questa revisione porterà Apple a pagare tasse più elevate”.

Anche se lontani dagli Stati Uniti, non ci è difficile comprendere quali siano le difficoltà incontrate ogni giorno dalle sempre più presenti ed affermate società e compagnie di elettronica ed informatica, che ogni giorno devono scontrarsi contro una legislazione non al passo con in tempi e che tarda a essere modificata.

La situazione viene resa ancora più ostica dal quotidiano problema della pachidermica burocrazia che complica ogni rapporto col fisco, ma anche con le altre istituzioni, la stessa a cui si riferisce Tim Cook quando dichiara, sempre durante la testimonianza di oggi, che “Apple ha sempre creduto in ciò che è semplice più che in ciò che è complicato”.

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