OpenAI resta no-profit: Altman punta a un’IA per tutti

Sam Altman conferma: OpenAI rimane no-profit, con una nuova struttura PBC per un’IA accessibile, etica e democratica.

ChatGPT e la sua azienda madre, hanno un punto fermo da seguire! La sua struttura continuerà ad essere no-profit.

OpenAI Resta No-Profit con un Nuovo Assetto Ibrido

In una mossa che ha sorpreso molti nel settore tecnologico, OpenAI ha annunciato che manterrà la sua struttura no-profit, rinunciando alla transizione completa verso un’entità for-profit. La decisione arriva dopo intense discussioni con leader civici e le procure generali di California e Delaware, nonché a seguito di critiche pubbliche e legali, tra cui una causa intentata dal cofondatore Elon Musk.

Il nuovo assetto prevede la creazione di una Public Benefit Corporation (PBC), una struttura che consente di bilanciare gli interessi degli investitori con la missione pubblica dell’organizzazione. Il consiglio no-profit di OpenAI manterrà il controllo, nominando il consiglio della PBC e detenendo una quota significativa di partecipazione.

Questo modello ibrido mira a garantire che OpenAI possa attrarre capitali significativi per sostenere la sua missione, senza compromettere i suoi valori fondamentali di sviluppo etico e accessibile dell’intelligenza artificiale.

Visione Democratica per l’Intelligenza Artificiale

Sam Altman, CEO di OpenAI, ha delineato una visione ambiziosa per il futuro dell’intelligenza artificiale: costruire “un cervello per il mondo”. L’obiettivo è sviluppare strumenti di IA che siano accessibili a tutti, promuovendo l’open source e offrendo agli utenti una maggiore libertà nell’utilizzo delle tecnologie, pur mantenendo limiti etici chiari.

Altman ha sottolineato l’importanza di evitare che l’IA sia controllata da un’élite ristretta, promuovendo invece un approccio più inclusivo e democratico. Questo cambio di prospettiva riflette una maturazione nella comprensione delle responsabilità associate allo sviluppo dell’IA e un impegno rinnovato verso la trasparenza e l’equità.

Tuttavia, Altman ha anche messo in guardia contro i rischi dell’AGI, sottolineando la necessità di regolamentazioni efficaci e di un allineamento tecnico per garantire che l’IA avanzata sia sviluppata in modo sicuro e benefico per l’umanità.

Nonostante le speculazioni, Altman ha chiarito che l’AGI (Artificial General Intelligence) non è imminente. Ha invitato il pubblico a moderare le aspettative, sottolineando che, sebbene OpenAI stia lavorando su sviluppi entusiasmanti, l’AGI richiede ancora tempo e ricerca.

Nel frattempo, OpenAI si concentra sul miglioramento delle capacità dei suoi modelli attuali, come ChatGPT, e sull’introduzione di nuove funzionalità, tra cui agenti intelligenti, memoria potenziata e personalizzazione avanzata.

Altman ha anche evidenziato tre elementi chiave per un futuro positivo dell’AGI: un forte allineamento tecnico, una collaborazione efficace tra i principali attori dell’IA e un quadro normativo globale che includa la governance democratica.

ChatGPT usato per localizzare foto e persone

A distanza di qualche ora, molte persone stanno sfruttando le capacità visive del chatbot per localizzare le foto caricate online, ossia, capire dove sono state scattate e quindi localizzare le persone. Si parla di un potenziale rischio per la privacy di tutto il mondo.

“Abbiamo lavorato per addestrare i nostri modelli a rifiutare le richieste di informazioni private o sensibili” ha spiegato OpenAI al sito Techcrunch, aggiungendo misure di sicurezza volte ad impedire al modello di identificare individui. Monitoriamo attivamente ciò che accade ed adottiamo misure contro gli abusi delle nostre politiche di utilizzo sulla privacy”.

La principale novità di o3 e o4-mini è infatti l’opportunità di “pensare con le immagini”. Entrambi possono analizzare i dettagli in una foto caricata nella casella di conversazione, anche se di bassa qualità, per dedurre ragionamenti complessi e, a quanto pare, anche le coordinate geografiche del luogo rappresentato. L’analisi delle immagini, unita alla capacità di ricerca web, fa di ChatGPT uno strumento di localizzazione, come dimostrato dalle decine di prove che gli utenti del social X stanno postando. In particolare, sarebbe il modello o3 quello più efficace nel dedurre città, punti di riferimento e persino ristoranti e bar, da piccoli indizi visivi.

Stando ad alcuni test eseguiti dagli utilizzatori, ChatGPT non si baserebbe, per le sue risposte, sui metadati che spesso sono presenti nel file di una singola foto. “Ho cancellato i dati ‘exif’ circa la posizione dall’immagine e ho disabilitato la memoria dell’app” si legge su X. “Insomma, non c’erano indizi visivi evidenti e l’IA mi ha comunque risposto in maniera corretta, al 100%”.

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