Il National Ignition Facility raggiunge un nuovo record di fusione nucleare, generando 8,6 MJ di energia. Scopri i dettagli e le implicazioni.
Un nuovo traguardo per la fusione nucleare
Il National Ignition Facility (NIF) del Lawrence Livermore National Laboratory ha recentemente stabilito un nuovo record nella ricerca sulla fusione nucleare. Secondo quanto riportato da TechCrunch, l’ultima serie di esperimenti ha prodotto un’energia di 8,6 megajoule (MJ), superando significativamente il precedente record di 5,2 MJ raggiunto nel febbraio 2024.
Questo risultato rappresenta un passo avanti rispetto all’esperimento storico del dicembre 2022, in cui per la prima volta una reazione di fusione controllata ha generato più energia di quanta ne fosse stata consumata, producendo 3,15 MJ da un input di 2,05 MJ.
Il processo di fusione nucleare al NIF
Il NIF utilizza la tecnica della fusione per confinamento inerziale. In questo processo, un piccolo pellet di combustibile composto da isotopi di idrogeno (deuterio e trizio) è racchiuso in un cilindro d’oro chiamato hohlraum. Il pellet viene poi colpito da 192 potenti fasci laser all’interno di una camera sferica del diametro di 10 metri.
L’energia dei laser vaporizza il cilindro, generando raggi X che comprimono il pellet fino a innescare la fusione dei nuclei di idrogeno, rilasciando una quantità significativa di energia.
Implicazioni e prospettive future
Sebbene questi esperimenti rappresentino un progresso significativo, è importante notare che l’energia prodotta non è ancora sufficiente per alimentare la rete elettrica, poiché l’energia necessaria per alimentare l’intero impianto supera quella generata dalla fusione. Tuttavia, questi risultati dimostrano che la fusione nucleare controllata è più di una semplice teoria.
La fusione nucleare offre il potenziale per una fonte di energia pulita, sicura e praticamente inesauribile, senza le emissioni di carbonio associate ai combustibili fossili. Con ulteriori ricerche e sviluppi tecnologici, la fusione potrebbe diventare una componente chiave del mix energetico globale nel futuro.
Il recente successo del NIF rappresenta un passo importante verso la realizzazione della fusione nucleare come fonte di energia praticabile. Continueremo a monitorare i progressi in questo campo e a fornire aggiornamenti sulle future scoperte.
Meta: progetto da 10 miliardi di dollari e polemiche ambientali
Meta ha annunciato la costruzione di un imponente data center dedicato all’intelligenza artificiale a Richland Parish, Louisiana, con un investimento previsto di 10 miliardi di dollari. Il centro, che coprirà un’area di 4 milioni di piedi quadrati, dovrebbe essere completato entro il 2030 e promette di portare circa 500 posti di lavoro permanenti e 5.000 temporanei durante la fase di costruzione.
Tuttavia, il progetto ha suscitato preoccupazioni ambientali significative. Per alimentare il data center, la compagnia energetica Entergy Louisiana ha proposto la costruzione di tre nuove centrali a gas naturale, con una capacità combinata di 2.260 megawatt e un costo stimato di 5 miliardi di dollari. Entergy intende recuperare questi costi attraverso le bollette dei suoi 1,1 milioni di clienti, sollevando critiche da parte di gruppi ambientalisti e consumatori, che temono un aumento delle tariffe e un ritorno ai combustibili fossili.
Il senatore democratico Sheldon Whitehouse ha espresso preoccupazione per l’impatto ambientale del progetto, sottolineando che l’uso del gas naturale contraddice l’impegno di Meta a raggiungere emissioni nette zero entro il 2030. In una lettera inviata al CEO Mark Zuckerberg, ha chiesto chiarimenti sulle emissioni previste e sulla coerenza del progetto con gli obiettivi climatici dell’azienda.
Meta ha dichiarato di voler compensare il consumo energetico del data center con investimenti in energie rinnovabili, come progetti solari e batterie in Louisiana. L’azienda afferma che il 100% dell’elettricità dei suoi data center è abbinato a energia rinnovabile e che tutte le sue strutture operative sono certificate LEED Gold o superiori.
Inoltre, Meta sta implementando tecnologie avanzate per migliorare l’efficienza energetica dei suoi data center. Utilizzando l’apprendimento per rinforzo basato su simulatori, l’azienda ha ridotto il consumo energetico dei ventilatori di raffreddamento del 20% e l’uso dell’acqua del 4% in alcune regioni pilota. Queste tecniche ottimizzano il flusso d’aria e le condizioni ambientali, contribuendo a ridurre l’impatto ambientale complessivo.
Tuttavia, l’espansione dell’AI comporta un aumento significativo della domanda energetica. Nel 2023, le emissioni nette di Meta sono state di 7,4 milioni di tonnellate metriche di CO2e, con una parte significativa attribuita alle operazioni AI. Per affrontare questa sfida, l’azienda sta progettando data center di nuova generazione con infrastrutture a raffreddamento liquido e reti ad alte prestazioni, riducendo l’uso dell’acqua e migliorando l’efficienza energetica.
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