Facebook chiede accesso al rullino per usare l’IA su foto mai condivise: ecco cosa significa davvero per la privacy.
Facebook ora usa l’intelligenza artificiale anche sulle foto che non hai mai pubblicato
Dopo l’accusa delle conversazioni private su Meta AI, una nuova funzione in fase di attivazione su Facebook sta facendo discutere: l’app ora chiede accesso al rullino fotografico del telefono per proporre suggerimenti creativi tramite intelligenza artificiale. Ma il punto critico è che queste modifiche possono coinvolgere anche le foto non ancora pubblicate sul social network.
La funzione viene attivata nel momento in cui si crea una nuova Storia su Facebook: compare un pop-up che chiede all’utente di attivare la “cloud processing”, ovvero l’elaborazione in cloud delle foto presenti sul dispositivo.
Facebook promette di generare idee creative, come collage, ricordi, restyling in stile anime, e tanto altro, utilizzando informazioni legate a luogo, data, persone presenti e temi visivi. Tuttavia, accettando, si approvano anche i Termini AI di Meta, che autorizzano l’analisi automatica delle immagini e dei tratti del viso.
Le implicazioni nascoste dei Termini AI di Meta
Secondo i Termini AI di Meta, accettando la funzione si concede all’azienda il diritto di:
- Analizzare le immagini tramite IA, comprese le caratteristiche facciali.
- Trattenere e usare i dati personali per personalizzare i risultati dell’intelligenza artificiale.
- Consentire revisioni manuali delle interazioni, anche da parte di operatori umani.
Meta precisa che le immagini elaborate non vengono usate per pubblicità mirate, ma il trattamento dei dati personali resta comunque esteso. L’azienda non chiarisce quali informazioni siano effettivamente raccolte sotto la dicitura “contenuti personali”.
La possibilità che queste immagini vengano usate anche se non pubblicate, solleva interrogativi legati alla trasparenza e al consenso informato. Attualmente, la funzione è attiva di default, ma può essere disabilitata dalle Impostazioni > Preferenze > Suggerimenti condivisione rullino.
Un accesso che va oltre i dati pubblici
Questa novità estende il campo d’azione ben oltre quanto inizialmente annunciato da Meta, che aveva dichiarato di addestrare l’IA solo con post pubblici e commenti. Invece, ora l’azienda può attingere direttamente al contenuto più privato di uno smartphone: il rullino fotografico.
Negli Stati Uniti, il consenso è già attivo; in Europa, invece, gli utenti hanno avuto tempo fino al 27 maggio 2025 per rifiutare l’uso dei propri contenuti pubblici per l’IA. Ma ora, con l’elaborazione in cloud delle foto private, si apre un nuovo scenario per la privacy.
Resta da capire se, e quando, gli utenti reagiranno di fronte a questo ulteriore passo verso l’integrazione dell’intelligenza artificiale nei dati più sensibili di tutti: le proprie fotografie personali.
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