iTunes contribuisce insieme ad altri provider digitali alla crescita dell’industria della musica

L’industria musicale mondiale si sta risollevando dopo la diffusione del file-sharing libero che ha penalizzato enormemente i propri introiti negli ultimi anni.itunes-06-2I servizi di download digitale come iTunes hanno incrementato nel 2012 il loro fatturato fino ad arrivare a 16,5 miliardi di dollari, registrando una crescita del settore per la prima volta dal 1999.

La notizia arriva dalla “International Federation of the Phonographic Industry” (IFPI), una organizzazione non-profit che rappresenta 1.400 “recording industry” in 66 paesi. IFPI ha mostrato che i ricavi globali registrati nel 2012 hanno costituto un aumento dello 0,3% rispetto agli anni precedenti per merito di download e abbonamenti.

I ricavi per la musica digitale sono invece saliti del 9% totalizzando 5,6 miliardi di dollari nel 2012. Questi risultati non hanno niente a che vedere con quelli straordinari del 1999 (38 miliardi di dollari) ma i membri del settore e gli analisti vedono in questo piccolo aumento un segno incoraggiante per il futuro dell’industria musicale.

Apple in questo ha dato il suo contributo: iTunes è il leader nel settore dei provider di musica digitale in molti paesi, seguito da Spotify, e l’iTunes Music Store, disponibile adesso in 119 paesi, ha venduto all’inizio di questo mese il suo 25 miliardesimo brano.

Più incoraggiante di iTunes per l’industria della musica, è però l’aumento dei servizi in abbonamento. La crescita del numero degli abbonati è stata del 44% nel 2012 che ha portato ad entrate superiori del 59% rispetto al primo semestre dello scorso anno. Spotify ha tracciato la strada e giganti tecnologici come Microsoft e Google hanno aderito o stanno progettando di entrare nel mercato della musica in abbonamento. Tali modelli sono preferibili per l’industria musicale in quanto forniscono un flusso continuo entrate in contrapposizione all’entrata singola di un unico acquisto.

La pirateria è ancora un problema. La relazione IFPI ha invitato Google altri fornitori di servizi internet a fare di più per proteggere la proprietà intellettuale degli artisti.

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