Greenpeace bersaglia Apple per i data center alimentati a carbone

Il gruppo di attivisti di La Greenpeace costituita da una gruppo di attivisti, nelle ultime ore ha pubblicato un articolo  “How Clean is Your Cloud?“ dove vengono citate le aziende nel  maggiormente sviluppate nel settore tecnologico  tra cui anche Apple.

Sotto vi riportiamo una parte del articolo:

Data la grande richiesta di energia per mantenere il cloud, l’accesso ad una significante quantità di corrente elettrica è la chiave fondamentale che spinge le aziende a costruire i propri data center in apposite location. Parallelamente nel corso degli anni ci sono stati grandissimi miglioramenti riguardo l’efficienza energetica ed anche il risparmio, ovvero un migliore utilizzo della corrente stessa. Nonostante questo, è ora che le realtà non tentino solamente di risparmiare, ma guardino anche da quale fonte prendono la corrente utilizzata negli edifici.

La ricerca  è stata condotta su 14 aziende, e vengono evidenziate particolarmente Apple, Amazon e Microsoft per aver trasgredito utilizzando materiali inquinanti per alimentare il data center.

Per ovviare al grandissimo successo del servizio iCloud, Apple ha drasticamente incrementato il numero dei propri data center. Essa ha investito all’incirca 1 miliardo di dollari per la costruzione dell’iData Center nel North Carolina ed ha recentemente annunciato una nuova espansione a Prineville, nell’Oregon. Sfortunatamente entrambi gli impianti saranno prevalentemente alimentati da energia derivante dal carbone; una grave mancanza dell’azienda è la trasparenza in relazione alla quantità di energia richiesta e necessaria per i vari data center, ma soprattutto l’impossibilità di prendere visione dei suoi progetti futuri sempre in relazione a quale tipo di energia verrà utilizzata.

Greenpeace condanna Apple per  l’elevato utilizzo di energia non rinovabile, e invita l’azienda di Cupertino a ridurre l’utilizzo delle risorse non rinovabile.