Tre le settimane per fornire alla corte le prove per la difesa di MegaUpload ed evitarne la definitiva chiusura

Sono tre le settimane concesse come tempo massimo alle autorità statunitensi per poter consegnare alla difesa tutto il materiale utile a contrastare la richiesta d’estradizione negli USA dei vertici dell’impero Megaupload, così come sancito proprio nel corso delle ultime ore dal giudice del distretto neozelandese Auckland David Harvey.

Nel dettaglio, le autorità statunitensi dovranno fornire ai legali dell’ex impero dell’hosting tutte le copie del materiale sequestrato a Kim Dotcom unitamente alleprove raccolte dall’FBI negli ultimi tempi.

L’azione è conseguenziale alla protesta in aula di Ira Rothken, avvocato di Dotcom.

Al fondatore di Megaupload, infatti, erano stati portati via numerosi hard disk poi spediti negli USA senza alcuna autorizzazione da parte del giudice neozelandese motivo per il quale le autorità a stelle e strisce sono accusate di voler temporeggiare per evitare che Dotcom e gli altri suoi soci riescano a difendersi.

Tuttavia, trattandosi di una richiesta di estradazione, i vertici di Megaupload non avrebbero la possibilità di usufruire del diritto di consultazione del materiale in questione.

Ira Rothken si è comunque detto più che soddisfatto della decisione presa dal giudice sopratutto perchè, in tal modo, è stata data dimostrazione di come i tribunali neozelandesi siano effettivamente intenzizonati ad intervenire per poter preservare quelli che sono i diritti dei suoi residenti da eventuali intrusioni provenienti dall’estero.

Le buone notizie per Dotcom, però, non finiscono qui.

Il giudice, infatti, ha anche autorizzato il fondatore di Megaupload a tornare a vivere nella sua villa e senza la compagnia del dispositivo elettronico adottato, sino a questo momento, per il monitoraggio dei suoi movimenti.

Frattanto i legali di Megaupload hanno inoltre richiesto l’archiviazione del caso avviato lo scorso gennaio dal governo statunitense portando avanti come motivazione lamancata notifica, da parte del Governo degli Stati Uniti, della citazione al destinatario procedendo invece direttamente alla chiusura del portale e delle altre azioni connesse.

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