IFA 2012 – Samsung a due blogger: “O indossate la nostra t-shirt o non tornate a casa”

L’incubo di chiunque parta all’estero, è quello di non avere più i soldi per riuscire a rientrare a casa propria; pare che quest’incubo sia diventato realtà per due sfortunati blogger indiani che dovevano riferire per il proprio blog tutte le novità presentate da Samsung ma anche da altre aziende

I due blogger indiani sono andati all’IFA a spese di Samsung, per raccontare, attraverso il loro blog, tutte le novità presentate da Samsung ma con la licenza di poter parlare anche dei nuovi prodotti introdotti dalle altre aziende; capita spesso infatti che le aziende si offrano di pagare le spese per il viaggio compresi vitto e alloggio ai blogger dei paesi meno ricchi dove altrimenti la copertura mediatica sarebbe limitata a blog stranieri con articoli nella sola lingua inglese.

Purtroppo però i due blogger indiani si sono trovati in difficoltà visto che, secondo quanto riferito da loro, Samsung li avrebbe obbligati ad indossare la maglietta dell’azienda, blu con il logo, minacciandoli che se non lo avessero fatto non gli avrebbe pagato il viaggio di ritorno; atraverso varie email i due blogger hanno dimostrato che Samsung non ha mantenuto i patti, infatti gli sfortunati protagonisti di questa storia erano stati molto chiari ed avevano richiesto che sarebbero andati all’IFA come reporter e non come promoter dell’azienda, ricevendo chiare rassicurazioni a riguardo.

Ovviamente, pensando che Samsung non potesse scendere così in basso, i blogger non hanno indossato la maglietta, ma prontamente sono stati contattati da un dipendente indiano della Samsung che comunicava loro che il viaggio e la prenotazione alberghiera per 6 giorni erano stati cancellati, a meno che non indossassero la maglietta blu con il logo Sasmung; Samsung ha anche aggiunto: “nulla di tutta questa storia deve lasciare Berlino o raggiungere l’India“.

Ovviamente nulla è trapelato fino al loro ritorno in India, proprio per la paura di non riuscire a tornare a casa, ma una volta rientrati nel proprio paese, i blogger hanno deciso di diffondere questa storia.

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