Come funziona il processo di revisione Apple per le app

Con circa 1,8 milioni di app disponibili, sull’App Store possiamo trovare davvero di tutto. Il numero delle app è in calo dal 2017, e solo tra Febbraio 2019 e Gennaio 2020, ci sono 400,000 app in meno (nel 2019 infatti erano 2,2 milioni).

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Non è una notizie negativa, perché Apple sta eliminando applicazioni che non rispettavano gli standard richiesti per la pubblicazione su App Store. Così come sono state eliminate molte app vecchie non più aggiornata e le tante applicazioni che copiavano altre app più famose.

Ma con così tante app disponibili, e con 913 app pubblicate in media ogni giorno, viene spontaneo chiedersi come funzioni il processo di revisione Apple. La società di Cupertino è sempre stata riservata su questo processo, ma con il tempo più informazioni sono venute a galla.

La sicurezza richiede un processo tutto manuale

I dispositivi Apple sono tra i più sicuri in circolazione, anche per il processo di revisione che Apple mette in pratica per approvare o rifiutare le app quando vengono caricate sull’App Store dagli sviluppatori (e ci sono tanti sviluppatori: circa 1,4 milioni).

Se infatti gli utenti possono proteggere i propri dispositivi con varie app per la sicurezza o con una VPN iPhone (che proteggono la navigazione su Internet con crittografia a 256 bit), Apple di conto suo già effettua controlli molto precisi su quali app ammettere sull’App Store.

La particolarità del processo di revisione è che si tratta di un processo svolto da esseri umani e non da un algoritmo. Non solo, perché al contrario di grandi colossi come Facebook o Youtube che utilizzano decine di migliaia di dipendenti esterni per il processo di moderazione, Apple impiega solamente dipendenti interni all’azienda.

Il dipartimento Review di Apple può contare su più di 300 dipendenti: tutti hanno cominciato a lavorare sulla revisione e controllo delle app per App Store; passando poi a controllare anche contenuti quali acquisti in-app, abbonamenti e anche contenuti per Apple Watch ed Apple TV.

La sede si trova a Sunnyvale, in California, e non nel famoso Apple Park campus. Tutti i dipendenti, lavorando direttamente per Apple, hanno tutti i benefici offerti dall’azienda (inclusa l’assicurazione sanitaria, importantissima in una paese come gli USA). Il dipartimento di App Review è stato aperto inizialmente nel 2008 e oggi dispone anche di team specializzati per lingua (visto che le app vengono prodotte in tutto il mondo). Per la precisione, vengono parlate più di 80 lingue tra i dipendenti.

Il processo di revisione per App Store passo per passo

I cosiddetti “revisori” ogni giorno ricevono dei gruppi di app da revisionare tramite una piattaforma online. Le app vengono spesso visualizzate su un iPad, anche se si tratta di app per iPhone, e poi ci sono dispositivi appositi per testare app per Watch ed Apple TV.

Il compito dei revisori è assicurarsi che:

  • Le app rispettino le linee guida dell’App Store per la User Interface e la User Experience;
  • Le app funzionino correttamente senza crashare;
  • Le app siano prive di contenuti illegali od offensivi.

Controllare la qualità di un’app è un processo che richiede meno tempo di quanto possiate pensare. In media, la maggior parte dei revisori impiega giusto un paio di minuti per app, a volte anche meno (a seconda della complessità).

Anche perché c’è una quota di app da controllare ogni giorno: tra le 50 e 100 applicazioni. Il numero di app controllate viene registrato da appositi sistemi di lavoro, per poi valutare la qualità del lavoro svolto dai revisori. 

Di norma, Apple punta a revisionare il 50% delle app che riceve ogni giorno entro 1 o 2 giorni. Alcuni giorni di lavoro però sono più lunghi di altri (l’orario massimo di lavoro è di 12 ore al giorno), specie quando Apple rilascia gli aggiornamenti di iOS e tutti gli sviluppatori inviano subito le loro versioni aggiornate delle app. In casi del genere, la percentuale di app revisionate può calare.

Cosa succede quando un’app viene rifiutata?

Non tutte le app vengano accettate e quindi pubblicate su App Store. In casi del genere, gli sviluppatori vengono prontamente notificati e possono quindi comunicare con il team Review per indagare il problema e risolverlo (inviando poi la versione corretta dell’app).

Le motivazioni di un rifiuto possono essere differenti e circa il 40% delle app inviate viene respinta. Di questa percentuale, questi sono i motivi:

  • Il 14% delle app viene bloccato per richiedere maggiori informazioni agli sviluppatori che servono per completare la fase di revisione
  • L’8% delle app viene rimandato indietro al mittente perché presentano dei bug
  • Il 6% delle app viene rigettato per non rispettare gli accordi dell’Apple’s Developer Program
  • Così come il 6% viene bloccato per avere una User Interface scadente per gli standard Apple
  • Solo il 5% viene bloccato per problemi con la sezione “Metadata”, ovvero app che hanno descrizioni per lo store e titoli non coerenti con le funzionalità dell’app
  • Ben il 42% delle app viene rispedito indietro al mittente per “Altri motivi”

Quando però il motivo di un rifiuto di un’app rientra in un’area “grigia” e non si è certi se accettarla o respingerla, vengono svolte delle riunioni settimanali con i piani alti per discutere di queste app più spinose e prendere delle decisioni.

Inoltre, gli sviluppatori hanno la possibilità di appellarsi alla App Review Board per contestare il rifiuto di Apple. In situazioni del genere, questi casi vengono analizzati da revisori più esperti e se ritengono che la questione sia più complessa della loro capacità di decisione, allora rimandano questi casi al meeting settimanale.

Non vengono fatti sconti a nessuno: dalle grandi app come Netflix e Spotify fino alle più piccole, tutte vengono analizzate e controllate. Apple ha dichiarato che i suoi revisori effettuano più di 1000 chiamate a settimana agli sviluppatori per discutere delle loro app. Con i nuovi iPhone 12 ormai arrivati sugli scaffali italiani, sicuramente il team Review di Apple avrà molte settimane di lavoro extra davanti a sé!