Alcune curiosità sul computer a scheda singola Raspberry Pi

Anno dopo anno, i computer a scheda singola (chiamati anche SBC, dall’inglese Single Board Computer) stanno letteralmente il mercato informatico di tutto il mondo grazie ai loro vantaggi che li rendono ottimali per essere usati in molti dispositivi portatili.

Quando si parla di SBC, non si può non nominare il Raspberry Pi, cioè il primo vero computer a scheda singola che ha gettato le basi per la creazione di tutti gli altri.

Nell’articolo di oggi abbiamo deciso di parlarti della creazione del Raspberry Pi, del suo inventore e degli sviluppi che l’hanno portato al successo globale.

L’origine di Raspberry Pi

Al giorno d’oggi è semplicissimo acquistare un computer a scheda singola come il Raspberry Pi: si trovano in alcuni negozi fisici specializzati e online, su questo sito e altri simili. Fino a qualche decina di anni fa, però, il concetto di SBC neanche esisteva.

L’idea è partita nel 2006, dalla scrivania di un ragazzo che, un bel giorno, ha deciso di realizzare un computer a scheda singola per il suo intrattenimento e si è trasformata in un’importante fondazione che, ad oggi, vende oltre 15 milioni di dispositivi in tutto il mondo.

Chi è Eben Upton?

Eben Upton è un ingegnere britannico, creatore del Raspberry Pi e della Raspberry Pi Foundation. Ha studiato fisica e ingegneria all’università di Cambridge prima di lavorare per aziende prestigiose, come Broadcom, Intel e IBM.

Upton ha lavorato per ben cinque anni sul suo progetto di computer a scheda singola; dal 2006 al 2011 ha passato le sere e i fine settimana a sviluppare un nuovo tipo di computer, ispirato ai BBC Micro di Acorn che usava durante gli studi.

Mentre creava i suoi prototipi, Upton si rese conto che c’era un problema nel settore dell’istruzione nel Regno Unito: i prezzi elevati dei computer. Gli studenti avevano difficoltà ad imparare l’informatica perché non avevano i mezzi monetari per farlo e questo creava anche una mancanza di professionisti informatici nel Regno Unito. Fu così che il ragazzo decise di trovare una soluzione e si pose l’obiettivo di costruire un computer dieci volte più economico del BBC Micro.

Il nome Raspberry Pi

Raspberry in inglese significa “lampone”: un nome insolito per un prodotto tecnologico, ma in linea con le tendenze del tempo. Basta pensare ai fantastici dispositivi Apple (mela), ad Acorn (ghianda) e Apricot (albicocca) per capire che la frutta dominava il panorama informatico dei primi anni 2000.

Ma non è solo questo. Eben Upton ha dichiarato che il nome “Raspberry Pi” fa riferimento anche a un modo di dire inglese “blow a raspberry”, letteralmente “soffiare un lampone” che significa fare una pernacchia. In questo modo, l’inventore ha deciso di farsi gioco dei concorrenti che vendevano computer a prezzi astronomici.

Il “Pi”, invece, si riferisce al linguaggio di programmazione Python dei primi dispositivi creati che si avviavano con un prompt in cui era necessario digitare qualsiasi codice Python per ottenere il risultato desiderato.

La Fondazione Raspberry Pi

Nel 2009, Eben Upton creò la Raspberry Pi Foundation per strutturare lo sviluppo del Raspberry Pi e la registrò come una fondazione di beneficenza con sede nel Regno Unito, volta ad aiutare i giovani studenti ad apprendere le basi della programmazione a basso costo.

Upton avrebbe potuto creare una classica azienda per vendere il suo prodotto innovativo ad alto prezzo, ma non lo fece. Il suo obiettivo non era guadagnare soldi, ma aiutare le persone e contribuire a risolvere un problema. E ci è riuscito.

Durante la sua attività, la fondazione ha introdotto Scratch come il primo linguaggio di programmazione per bambini, ha finanziato un laboratorio informatico in Afghanistan e Sud Africa e ha regalato Raspberry Pi alle scuole nel Regno Unito.