Spotify accusata di “sfruttare brani senza licenza”

È ufficiale l’accusa National Music Publishers Association nei confronti di Spotify, che sembra utilizzare alcuni brani senza licenza.

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Spotify è attualmente accusato di impegnarsi in una “infrazione diretta, ospitando opere musicali senza licenza nei suoi testi, video e podcast” dalla National Music Publishers Association. In una nuova lettera inviata al servizio di streaming musicale questa settimana, l’NMPA sostiene che “distribuisce video musicali e podcast utilizzando opere musicali senza il consenso o il risarcimento agli effettivi creatori o titolari dei brani”.

Spotify denunciata dalla NMPA

Spotify sembra quindi essere impegnato in una violazione diretta ospitando opere musicali senza licenza nei suoi testi, video e podcast e distribuendo riproduzioni, sincronizzazioni, display e usi derivati non autorizzati di queste opere musicali ai suoi utenti. A peggiorare le cose, Spotify trae profitto da tale violazione.

Inoltre, l’NMPA contesta anche i piani consentire agli utenti di remixare le canzoni:

Comprendiamo anche che Spotify desidera offrire una funzione “remix”, che consente agli abbonati Spotify di “accelerare, mescolare e modificare in altro modo” le loro canzoni preferite per creare opere derivate. L’azienda è quindi in  stato di avviso che il rilascio di tali funzionalità senza le licenze appropriate in vigore da parte dei nostri membri, può costituire un’ulteriore violazione diretta.

Di conseguenza, a nome dei nostri membri, NMPA richiede che testi, video musicali e podcast senza licenza vengano rimossi dalla piattaforma o l’azienda affronterà la responsabilità del copyright per l’uso continuato di queste opere.

Qualora l’azienda non rispettasse le vigenti normative sul copyright, si incorrerebbe in una grossissima sanzione economica, con possibile sospensione del servizio, come previsto dalla legge.

Vediamo che succede…

[fonte]