Corte USA blocca i dazi di Trump: stop agli aumenti su iPhone

La corte federale statunitense ha annullato i dazi di Trump, evitando aumenti su iPhone. Ecco cosa cambia per Apple e i consumatori.

Il 28 maggio 2025, la Corte del Commercio Internazionale degli Stati Uniti ha emesso una sentenza che annulla i dazi imposti dall’amministrazione Trump su una vasta gamma di prodotti importati, tra cui dispositivi Apple come iPhone e MacBook. La corte ha stabilito che l’uso dell’International Emergency Economic Powers Act (IEEPA) del 1977 per giustificare tali dazi rappresenta un eccesso di potere esecutivo, poiché i deficit commerciali non costituiscono una “minaccia insolita e straordinaria” .

La decisione è stata accolta con favore da molte piccole imprese e consumatori, preoccupati per l’aumento dei costi dovuto ai dazi. Apple, in particolare, avrebbe potuto vedere i prezzi dei suoi prodotti aumentare significativamente, con iPhone che avrebbero potuto superare i 4.000 dollari.

Implicazioni per Apple e i consumatori

La sentenza rappresenta un sollievo per Apple e i suoi clienti. I dazi avrebbero colpito duramente l’azienda, che produce molti dei suoi dispositivi in Cina e in altri paesi asiatici. L’aumento dei costi di importazione si sarebbe inevitabilmente tradotto in prezzi più alti per i consumatori.

Con l’annullamento dei dazi, Apple può mantenere i prezzi attuali dei suoi prodotti, evitando un impatto negativo sulle vendite. Inoltre, la decisione della corte rafforza il principio che il potere di imporre dazi spetta al Congresso e non può essere esercitato unilateralmente dal presidente.

Trump: com’è iniziato tutto?

Tutto ha avuto inizio nel 2018, quando l’allora presidente degli Stati Uniti, Donald Trump, ha avviato una guerra commerciale contro la Cina. Il suo obiettivo era riequilibrare il disavanzo commerciale americano e spingere le aziende statunitensi a riportare la produzione in patria. Per farlo, ha imposto una serie di dazi su centinaia di miliardi di dollari di beni cinesi.

Apple è finita al centro di questa tensione, poiché gran parte della sua produzione avviene in Cina, soprattutto per iPhone, iPad e Mac. I dazi imposti su componenti elettronici e prodotti finiti avrebbero potuto far aumentare drasticamente i prezzi per i consumatori statunitensi, fino a 300 o addirittura 400 dollari in più per un singolo iPhone.

All’epoca, Apple cercò di evitare questi effetti collaterali negoziando con l’amministrazione Trump e spostando temporaneamente parte della produzione in India e Vietnam. Tuttavia, le tariffe doganali rimasero in vigore per anni, portando a un aumento dei costi per molte aziende, sia tecnologiche che del settore manifatturiero.

La decisione della corte del 2025 mette quindi fine a una lunga disputa commerciale, che ha visto coinvolti non solo Apple, ma anche migliaia di piccole e medie imprese statunitensi. La Corte ha sancito che Trump ha abusato dell’IEEPA (una legge pensata per emergenze economiche o di sicurezza nazionale), usandola impropriamente per giustificare dazi di tipo economico in assenza di una reale minaccia.

Questo storico ribaltamento giuridico potrebbe ora diventare un punto di riferimento per limitare l’uso arbitrario dei poteri presidenziali in materia commerciale, restituendo maggiore controllo al Congresso.

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