Gli azionisti accusano Apple di aver nascosto i veri tempi di sviluppo dell’IA e di Siri, causando perdite miliardarie.
Gli azionisti fanno causa ad Apple per i ritardi di Siri e Apple Intelligence
Apple è finita nuovamente nel mirino legale, questa volta da parte dei suoi stessi azionisti, che hanno intentato una causa per frode finanziaria. Il motivo? Secondo la denuncia, l’azienda avrebbe minimizzato i tempi necessari per integrare l’intelligenza artificiale avanzata in Siri, generando aspettative infondate che hanno poi influenzato negativamente le vendite di iPhone e il valore delle azioni Apple.
I dettagli della causa
La class action è stata depositata presso il tribunale distrettuale della California del Nord e vede come imputati diversi dirigenti Apple, tra cui Tim Cook (CEO), Kevan Parekh (attuale CFO) e Luca Maestri (ex CFO). Secondo i querelanti, Apple avrebbe indotto in errore gli investitori, in particolare in occasione della WWDC 2024, lasciando intendere che l’iPhone 16 sarebbe stato un grande passo avanti grazie all’intelligenza artificiale.
Tuttavia, il tanto atteso rinnovamento di Siri, che doveva diventare finalmente più “intelligente” e “personale”, è stato ufficialmente rimandato nel marzo 2025. Questo ritardo, secondo la causa, rappresenta la prima conferma pubblica della verità: Apple non era pronta, e lo sapeva già da tempo.
Le accuse di “vaporware” e i dubbi sull’AI di Siri
La denuncia cita anche le forti critiche del noto commentatore tech John Gruber, che ha definito le promesse di Apple “vaporware” nel suo editoriale Something Is Rotten in the State of Cupertino. La causa sottolinea come Apple non abbia annunciato nulla di concreto su Siri nemmeno alla WWDC 2025, alimentando i sospetti che quanto mostrato nel 2024 fosse solo una demo non funzionante.
Gli azionisti, guidati da Eric Tucker, sostengono di aver subito perdite per centinaia di miliardi di dollari nel periodo tra giugno 2024 e giugno 2025, a causa delle dichiarazioni fuorvianti dell’azienda.
Una seconda causa in corso
Apple è inoltre coinvolta in un’altra class action separata, che accusa l’azienda di aver ingannato i consumatori sulle reali funzionalità di Siri e Apple Intelligence. Ultimamente però, ha ceduto alle pressioni dell’Unione Europea, in modo tale da modificare ed aprire maggiormente App Store.
Il clima attorno alla nuova strategia AI di Cupertino si fa sempre più teso, tra aspettative altissime, funzionalità ancora non pronte e pressioni legali che potrebbero aumentare nei prossimi mesi.
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