Apple continua di fatto a bloccare browser rivali su iOS nonostante le norme UE: ecco cosa è emerso dal workshop.
Nonostante le nuove regole dell’Unione Europea imposte dal Digital Markets Act (DMA), Apple continua di fatto a bloccare l’arrivo di browser rivali di Safari su iPhone, secondo l’organizzazione Open Web Advocacy (OWA). L’accusa arriva direttamente da un recente workshop tenutosi a Bruxelles, dove Apple ha partecipato insieme ad altri “gatekeeper” designati.
Apple limita ancora i browser rivali
Sebbene Apple dichiari pubblicamente di supportare i browser alternativi, la OWA denuncia due limitazioni cruciali che rendono l’intero processo impraticabile:
- Divieto di avere versioni distinte per l’UE: le aziende non possono pubblicare una versione del loro browser solo per l’Europa mantenendo anche quella globale. Devono creare un’app separata, e convincere gli utenti a cambiare manualmente.
- Impossibilità di test fuori dall’UE: al momento solo gli sviluppatori fisicamente presenti in Europa possono testare i nuovi browser con motori alternativi.
Queste restrizioni, secondo l’OWA, rendono quasi impossibile sviluppare motori browser alternativi su iOS, anche se il DMA è legge da oltre 15 mesi. Mozilla e Google, ad esempio, non sono ancora riusciti a portare le proprie versioni con motori Gecko e Blink, rispettivamente.
Apple difende le sue scelte, l’UE resta in ascolto
Durante il workshop, Kyle Andeer, vicepresidente legale di Apple, ha affermato che Apple non intende applicare le regole europee al resto del mondo, ribadendo che ogni giurisdizione deve mantenere la propria sovranità decisionale. Ha inoltre giustificato le limitazioni in nome di privacy e sicurezza, che secondo Apple sarebbero messe a rischio da motori browser alternativi.
“Abbiamo sviluppato una soluzione conforme alle normative,” ha dichiarato Andeer. “Se nessuno ha ancora scelto di adottarla, non è colpa nostra.”
Ma l’OWA contesta fortemente questa posizione: James Heppell, uno dei volontari dell’associazione, ha sottolineato come gli sviluppatori non europei — che comunque forniscono servizi a utenti UE — non possano testare le app, rendendo irrealizzabile il supporto a livello globale.
In risposta, Gary Davis, direttore legale senior di Apple, ha ammesso che ci sono colloqui in corso con Mozilla e Google e che potrebbero arrivare aggiornamenti a breve. Tuttavia, al momento, le restrizioni restano attive.
Il dibattito resta acceso sui browser rivali
Il video rilasciato dalla OWA mostra anche momenti di forte tensione tra i partecipanti. Quando la discussione si è spinta oltre i temi ufficiali del workshop, Andeer ha pronunciato una battuta (non chiaramente udibile nel video) che è sembrata accusare l’OWA di essere finanziata da Spotify. Dopo il disappunto espresso da Heppell, Andeer ha prontamente chiarito di non riferirsi a lui personalmente, ma a un’altra figura in sala.
Il resto del video del workshop, che potrebbe offrire maggior contesto, non è stato ancora rilasciato. Il materiale disponibile, però, mette in luce l’ambiguità del comportamento di Apple e la crescente pressione da parte di gruppi come OWA affinché l’UE intervenga in modo più deciso.
Cosa succede ora
Il workshop Apple DMA Compliance 2025 è parte di una serie di incontri organizzati dalla Commissione Europea con i “gatekeeper” tecnologici come Apple, Google e Meta. La Commissione non ha ancora rilasciato un commento ufficiale sulle questioni sollevate, e non è chiaro se ci saranno conseguenze dirette per Apple in merito a questa presunta non conformità.
Intanto, Apple ha presentato ricorso contro il DMA, accusando l’UE di voler gestire troppo da vicino le sue strategie commerciali, in un conflitto che sembra destinato a protrarsi anche nel 2026, con l’annuncio probabile di un terzo ciclo di workshop.
Nel frattempo, però, gli utenti e gli sviluppatori continuano ad attendere un vero cambiamento nell’apertura di iOS, e non solo sulla carta.
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