Verifica età online obbligatori: iMessage e FaceTime a rischio

UK ed USA impongono verifica età online per tutti: iMessage e FaceTime nel mirino. Rischi per privacy e crittografia.

Il Regno Unito ha dato il via alla prima grande legge al mondo che obbliga i siti web e le app a verificare l’età degli utenti, e gli effetti si faranno sentire ovunque, anche su servizi Apple come iMessage e FaceTime. Negli Stati Uniti, una normativa simile è pronta a diventare legge, sollevando preoccupazioni a livello globale.

UK e USA: nuove leggi sulla verifica età

La Online Safety Act britannica è entrata in vigore ufficialmente venerdì scorso. Impone a tutte le piattaforme online di verificare l’età degli utenti e di limitare l’accesso a contenuti ritenuti “non appropriati”. In apparenza, l’obiettivo era proteggere i minori dai siti per adulti, ma la legge si è estesa ben oltre.

Parallelamente, negli Stati Uniti è tornata in discussione la Kids Online Safety Act (KOSA), già approvata dal Senato nel 2024 e ora riesaminata alla Camera. La sua approvazione sembra sempre più vicina.

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I quattro problemi principali della normativa di verifica età

1. Un’estensione smisurata e pericolosa;

Queste leggi non si limitano ai contenuti per adulti. Oggi, secondo la definizione britannica, includono oltre 200 categorie vaghe, tra cui anche informazioni su contraccezione, igiene sessuale e abusi, fondamentali per i giovani.

Risultato? Molti siti che informano o aiutano i ragazzi potrebbero diventare inaccessibili, a causa di filtri generalizzati e mal calibrati.

2. Verifica dell’età senza regole precise;

Né la legge britannica né quella americana specificano come le aziende debbano verificare l’età. Alcune piattaforme si sono già affidate a servizi privati di verifica identità, che chiedono dati personali estremamente sensibili: passaporti, documenti, foto.

Il problema? Queste aziende non sono regolamentate e in passato hanno già subito gravi fughe di dati. Un esempio è AU10TIX, che ha esposto documenti sensibili di migliaia di utenti.

3. Strumento di censura per governi autoritari;

Basta una modifica a queste leggi per includere nuove categorie di contenuto. Un governo potrebbe, con un semplice decreto, etichettare siti di opinione o critica politica come inappropriati e limitarne l’accesso. Un rischio concreto per la libertà d’espressione.

4. Minaccia diretta alla crittografia end-to-end.

La parte più controversa è l’articolo 122 della OSA, che obbliga le aziende a scansionare i messaggi privati per contenuti illegali. Ma questo è tecnicamente impossibile su piattaforme con crittografia end-to-end, come iMessage, FaceTime o WhatsApp.

Il governo non fornisce soluzioni, ma chiede che le aziende “trovino un modo”. Questo riapre il dibattito sull’accesso governativo ai dati cifrati, già tentato con iCloud. Apple si era opposta duramente, ma questa nuova ondata normativa potrebbe forzarla a trovare compromessi.

Apple sarà costretta a scegliere?

Apple si ritrova nel mirino di entrambe le legislazioni. Se da un lato ha sempre difeso con forza la privacy degli utenti, dall’altro potrebbe essere costretta a modificare i propri sistemi per rimanere in regola nei mercati chiave come UK e USA.

I prossimi mesi saranno decisivi: Apple dovrà scegliere se mantenere la crittografia intatta o adeguarsi a richieste normative sempre più invasive. E con lei, anche milioni di utenti dovranno fare i conti con un internet che non sarà più lo stesso.

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