Tim Cook, CEO di Apple, contatta il governatore del Texas sulla legge SB 2420, che impone la verifica dell’età su App Store.
Tim Cook interviene contro la legge texana sulla verifica dell’età
Dopo il disastro con Trump, il CEO di Apple, Tim Cook, ha recentemente contattato il governatore del Texas, Greg Abbott, per esprimere preoccupazioni riguardo al disegno di legge SB 2420. Questa proposta legislativa, approvata con una maggioranza qualificata dal parlamento texano, richiede agli operatori di app store, come Apple e Google, di verificare l’età degli utenti e ottenere il consenso dei genitori per i minori prima di consentire il download di applicazioni.
Apple sostiene che, se approvata, la legge obbligherebbe la raccolta e la conservazione di informazioni personali sensibili da parte di tutti gli utenti texani, anche per applicazioni innocue come quelle meteorologiche o sportive. Questo solleva serie preoccupazioni sulla privacy degli utenti.
Durante la conversazione, descritta come cordiale, Cook ha chiesto al governatore Abbott di considerare modifiche al disegno di legge o di porre il veto. Sebbene il governatore non abbia ancora annunciato una decisione definitiva, il suo portavoce ha dichiarato che la sicurezza e la privacy online dei bambini texani rimangono una priorità.
Implicazioni e reazioni nel settore tecnologico
La proposta di legge SB 2420 si inserisce in un contesto più ampio di regolamentazioni statali negli Stati Uniti che mirano a proteggere i minori online. Stati come Utah hanno già adottato misure simili, e altri stanno considerando leggi analoghe.
Apple, insieme a Google, ha intensificato gli sforzi di lobbying per contrastare la legge, finanziando campagne pubblicitarie che mettono in discussione il supporto della legge da parte di siti per adulti. Queste campagne mirano a sensibilizzare l’opinione pubblica sui potenziali rischi per la privacy derivanti dalla legge.
Al contrario, aziende come Meta sostengono la responsabilità degli app store nella verifica dell’età, ritenendo che centralizzare queste informazioni possa migliorare la protezione dei minori. Tuttavia, Apple propone un approccio diverso, supportando il “Kids Online Safety Act” a livello federale, che attribuirebbe la responsabilità della protezione dei minori alle piattaforme web, piuttosto che agli app store.
La questione solleva un dibattito più ampio su come bilanciare la protezione dei minori online con la tutela della privacy degli utenti. Mentre le intenzioni delle leggi come la SB 2420 sono di proteggere i giovani, è fondamentale considerare le implicazioni sulla raccolta e gestione dei dati personali di tutti gli utenti.
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